Materiali, bibliografie e lavori a cura del PARACON RESEARCH LAB

Brainmachines

BRAIN MACHINES: basi fisiologiche del funzionamento.

L’attività neuronale del cervello produce una serie di variazioni elettromagnetiche e strutturali dovute alle interazioni di una rete di neuroni connessi tra loro da recettori e bilanciate da meccanismi di stimolazione, inibizione, retroinibizione, retroinibizione inversa ed attualmente misurabili con diversi tipi di apparecchiature, dalla più semplice l’elettroencefalogramma, che misura le variazioni dell’attività elettrica del cervello, fino alle tecniche di visualizzazione più avanzate come la PET che mappa i singoli recettori con ligandi radioattivi. Studi recenti hanno mostrato come l’attività cerebrale di un individuo varia anche solo in base alle scene percepite visivamente (Dynamic magnetic resonance imaging of human brain activity during primary sensory stimulation. KK Kwong, JW Belliveau and others- Proceedings of the National Academy of Sciences, USA, 1992).

Attività cerebrale

Le onde cerebrali sono misurate in cicli al secondo (Hertz; Hz ), per questo si parla di frequenze di attività cerebrale. Più basso è il numero di HZ più lenta sarà l’attività cerebrale e la relativa frequenza di attività.

I ricercatori degli anni 30 e 40 hanno identificato diversi tipi di onde cerebrali classificate inizialmente in 4 tipi

– Onde Delta (sotto i 4 Hz) associate allo stato di sonno fase non rem.

– Onde Theta (4-7 Hz) associate con sonno REM, rilassamento profondo (ipnosi), meditazione profonda e visualizzazione.

– Onde Alpha (8-13 hz) associate allo stato di quiete, calma, relax

– Onde Beta (13-38 hz) Associate alle attività di concentrazione mentale legata a pensiero attivo, concentrazione su problemi.

le frequenze cerebrali

immagine tratta dal sito: http://blog.makezine.com


Dopo questi primi studi sono state identificate altre frequenze cerebrali e si è proceduto verso altre suddivisioni classificatorie, tra le scoperte più significative ci sono state le Onde Gamma (39-100 hz) coinvolte nell’attività mentale elevata e nel consolidamento delle informazioni (memorizzazione) e l’ SMR (ritmo motorio sensoriale – frequenza circa 14HZ) una frequenza coinvolta nel fenomeno dell’epilessia nei gatti ed attualmente in fase di studio per gli umani.

L’attività crerebrale può essere influenzata da una grande varietà di stimoli e stati d’animo e da combinazioni diverse dgli stessi:

Stimoli visivi

Attività motoria

Affaticamento

Digiuno

Deprivazione sonno

Soffocamento

Deprivazione sensoriale

Patologie psichiatriche

Stimolazione psicotropa

Meditazione

Paura

Agonia

Le brain machines lavorano a partire da stimoli luminosi intermittenti in grado di indurre determinate frequenze cerebrali in base ad una frequenza o combinazione difrequenze luminose che attraverso le palpebre chiuse colpiscono la retina inviando segnali intermittenti al cervello.
BRAIN MACHINES: storia.

Escludendo dai dispositivi per indurre onde cerebrali l’illuminotecnica (strobo, wood etc) la prima brain machine ante litteram fu inventata da Brion Gysin, poeta, pittore ed artista visionario di origine svizzera, inventore della tecnica del cut up insieme al suo amico ed amante di William Burroughs nel periodo di Tangeri della beat genereration (1950-1958). Tornati in europa i due conobbero Ian Sommerville (1940-1976) tecnico elettronico e programmatore di computer. Il pioniere dell’informatica divenne famoso principalmente per l’aver inventato nel 1960 il primo generatore random di testi letterari usato da Gysin nei suoi cutup poetici e per aver fatto parte della comunità parigina del Beat Hotel frequentato in quegli anni da Allen Ginsberg, Peter Orlovsky, Derek Raymond, Harold Norse e Gregory Corso, oltre allo stesso W.S.Burroughs. Nel 1961 collaborò sempre con Gysin alla realizzazione della Dreamachine, tecnicamente una luce con un leggero effetto strobo ottenuto attraverso il piatto rotante di un vecchio giradischi a 78 giri, in grado di interagire con l’attività delle onde alfa e beta cerebrali.

Schema tecnico Dreamachine di Brion Gysin come riportato della Temple Press.
materiali:
– cartoncino bristol 92x92cm (peso circa 240 g/m2)
– giradischi a 78rpm
– una lampadina a incandescenza opaca tra i 60W e 100W con cavo elettrico e presa
– cutter, forbici, matita, riga lunga, colla

Istruzioni:
1. Dividete il foglio di cartoncino in una griglia di di quadrati di 5X5 cm come mostrato nella figura ricordando di prevedere lo spessore delle linguette per l’incollaggio del foglio.
2.Tracciate le sagome da ritagliare secondo la disposizione delle forme bianche in figura.
3. tagliate i buchi ed incollate il cilindro.
4. Posizionate il giradischi con il cilindro ottenuto al centro.
5. Sospendete la lampadina al centro del cilindro di cartone in modo che entri fino al primo terzo della lunghezza.

Accendete la lampadina, fate partire il giradischi a 78rpm, sedetevi a circa un metro di distanza dal cilindro rotante e osservatelo con gli occhi chiusi, buon relax e buone visioni

Schema per la costruzione di una Dreamachine

immagine presa dal sito http://www.10111.org su gentile concessione di T.O.P.Y. UK

L’associazione della dreamachine a pattern sonori fu quasi istantanea, diversi gruppi del periodo progressive rock prima ed altri nel periodo new age poi hanno composto pezzi allo scopo di essere utilizzati di fronte ad una Dreamachine, da qui nascono i presupposti per le moderne brain machines, nome generico che indica dispositivi costituiti da sistemi di led più o meno complessi montati su occhiali e le cui oscillazioni luminose sono modulate da programmi creati da veri e propri “designer di frequenze cerebrali”. In realtà le prime brain machine fine anni 80 erano sprovviste di audio, introdotto nei modelli dei primi anni 90.

Schema base di una moderna brainmachine.

immagine tratta da http://blog.makezine.com

FUNZIONAMENTO:

  1. Il cervello riceve attraverso il nervo otico la sequenza di frequenze, ed altera la sua frequnza in base a quelle ricevute.
  2. Il dispositivo è alimentato da batterie
  3. I leds di fronte all’occhio dell’utilizzatore pulsano a frequenze di 2. 2, 6.0, 11. 1, or 14.4Hz in modo da indurre rispettivamente onde delta, theta, alpha, or beta.
  4. Gli altoparlanti della cuffia producono toni diversi nell’orecchio destro e sinistro per produrre beat binaurali (vedi dopo) in base alle pulsazioni dei led
  5. Un microcontroller su una scheda elettronica fa girare il firmware, il programma risedente nel controller che regola la frequenza delle pulsazioni dei led e dei suoni.
  6. Un connettore a porta seriale scrive il firmware nel microcontroller, consentendo la programmazione delle sequenze di delle frequenze di onde cerebrali.

BINAURAL BEATS

Invece di riprodurre musica da intrattenimento da entrambi gli speakers le brainmachines usano un metodo completamente diverso: riproducendo frequenze diverse in ogni orecchio, il cervello percepisce una battuta con frequenza binaurale, come se le due note fossero suonate su tasti contigui di uno strumento a corde come una chitarra. Il beat che risulta da i due suoni che ciclicamente rinforzano e cancellano l’un l’altro ha una frequenza che è uguale alla differenza tra le frequenze dei due suoni originari.

Rappresentazione grafica di beats binaurali

immagine tratta dal sito: http://blog.makezine.com

Per generare un beat che induca onde beta riproduciamo una nota da 400Hz in Un orecchio ed una nota da 414,4 Hz nell’altro, l’utilizzatore percepirà un suono, una sorta di “wah-oo-wah-oo-wah,”che inizia e sfuma ciclicamente 14,4 volte al secondo una delle frequenze dell’intervallo beta delle onde cerebrali.

Invece di riprodurre musica da intrattenimento da entrambi gli speakers le brainmachines usano un metodo completamente diverso: riproducendo frequenze diverse in ogni orecchio, il cervello percepisce una battuta con frequenza binaurale, come se le due note fossero suonate su tasti contigui di uno strumento a corde come una chitarra. Il beat che risulta da i due suoni che ciclicamente rinforzano e cancellano l’un l’altro ha una frequenza che è uguale alla differenza tra le frequenze dei due suoni originari.

Per generare un beat che induca onde beta riproduciamo una nota da 400Hz in Un orecchio ed una nota da 414,4 Hz nell’altro, l’utilizzatore percepirà un suono, una sorta di “wah-oo-wah-oo-wah,”che inizia e sfuma ciclicamente 14,4 volte al secondo una delle frequenze dell’intervallo beta delle onde cerebrali.

Invece di riprodurre musica da intrattenimento da entrambi gli speakers le brainmachines usano un metodo completamente diverso: riproducendo frequenze diverse in ogni orecchio, il cervello percepisce una battuta con frequenza binaurale, come se le due note fossero suonate su tasti contigui di uno strumento a corde come una chitarra. Il beat che risulta da i due suoni che ciclicamente rinforzano e cancellano l’un l’altro ha una frequenza che è uguale alla differenza tra le frequenze dei due suoni originari.

Per generare un beat che induca onde beta riproduciamo una nota da 400Hz in Un orecchio ed una nota da 414,4 Hz nell’altro, l’utilizzatore percepirà un suono, una sorta di “wah-oo-wah-oo-wah,”che inizia e sfuma ciclicamente 14,4 volte al secondo una delle frequenze dell’intervallo beta delle onde cerebrali.

Testi scritti, tradotti e assemblati da Giacomo Oliva e tratti da:

http://www.10111.org/0.php?wakka=DreamachinePlans

http://blog.makezine.com

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